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Cambiamento climatico e nuove strategie per l’acqua a Roma

Si è svolto in Campidoglio il convegno “Acque, le priorità del recupero e del riuso” che ha aperto la fase di attuazione della prima Strategia di Adattamento Climatico di Roma Capitale approvata il 14 gennaio dall’Assemblea capitolina. Nella Strategia la gestione dell’acqua era stata individuata come priorità rispetto a uno scenario di innalzamento della temperatura globale che, come sappiamo, è già una realtà. 

L’incontro ha messo in evidenza il tema della gestione delle risorse idriche in tutta la sua urgenza, di fronte ai sempre più ricorrenti e lunghi periodi di siccità, accompagnati da ondate di calore seguiti dall’alternarsi di piogge intense e alluvioni. A Roma sono in corso investimenti pari a 2,6 miliardi di euro per mettere in sicurezza gli approvvigionamenti idrici, mentre Acea ha già ridotto sensibilmente le perdite, abbassandole al 27% rispetto ad una media nazionale del 41, grazie ad interventi di ammodernamento e digitalizzazione delle reti. Sono inoltre in corso i lavori di realizzazione della seconda galleria idraulica dell’acquedotto Peschiera con un investimento di 1,2 miliardi e di realizzazione interventi attesi da anni in tante periferie su reti fognarie e collettori.

Il convegno ha affrontato quella che è la nuova grande sfida che tutte le aree urbane hanno di fronte: ossia quella del recupero e riuso delle acque. Per Roma vuole dire ridurre i consumi dell’acqua che arriva dall’Appennino o da pozzi che la prelevano da falde sempre più in difficoltà. Oggi è infatti possibile utilizzare le acque che provengono dai depuratori, dal recupero e dal riciclo. Ad esempio, per lavare le strade, per i mezzi pesanti pubblici, per affrontare gli incendi e alimentare le attività produttive e agricole o per innaffiare parchi, giardini e alberi.

Nel 2024 a Roma sono stati consumati 261 milioni di metri cubi di acqua, tra gli usi residenziali, industriali e artigianali, agricoli e per le altre attività cittadine. Nello stesso anno i depuratori di Roma, gestiti da Acea Ato 2, hanno trattato oltre 488 milioni di metri cubi di acqua. Si tratta di numeri che fanno comprendere le potenzialità che esistono per sostituire all’acqua potabile (utilizzata per il 95% dei consumi) l’acqua depurata.

L’obiettivo di Roma Capitale è dunque quello di accelerare nella direzione del recupero delle acque coinvolgendo tutti gli attori istituzionali ed economici, di approfondire le barriere normative da superare, le potenzialità del riuso e le scelte di investimento. Dai grandi progetti che riguardano i depuratori, a quelli più piccoli, come il potenziale riciclo dell’acqua dei cosiddetti “nasoni”, le fontanelle di acqua potabile pubblica che rappresentano un patrimonio della nostra città e che si vuole difendere ed estendere.

Oggi la gestione delle acque è uno dei più importanti laboratori di innovazione ambientale, ricerca e lavoro nel mondo. E Roma vuole essere protagonista in questa sfida con nuovi e importanti progetti che già vedono protagonista Acea con cinque progetti in corso per circa 15 milioni di euro di investimenti per il riutilizzo di acque di depurazione per agricoltura, attività produttive, usi civili e con nuovi progetti che si vogliono avviare in collaborazione con Ama e Atac per mezzi e impianti, e con il Dipartimento Ambiente per l’irrigazione dei parchi di Roma.

Il Dipartimento capitolino Ambiente e ISPRA stanno portando avanti un sempre più esteso monitoraggio dei pozzi nei parchi per verificare lo stato di salute della falda e capire le soluzioni per rafforzare i progetti di forestazione, la biodiversità, il contrasto alle ondate di calore anche attraverso il recupero e riuso dell’acqua per l’irrigazione. È quanto, ad esempio, si sta facendo negli orti urbani con contenitori per la raccolta e il riuso delle acque piovane o nel nuovo Parco di Corviale, attraverso soluzioni sostenibili, tra cui il rain garden, fondato sul recupero dell’acqua piovana. 

Assieme alle imprese si vogliono spingere e incentivare tutte le potenzialità di recupero e riuso all’interno degli impianti e utilizzare l’acqua che esce dai depuratori per tutte le funzioni compatibili, per avere approvvigionamenti certi, come oggi i pozzi non riescono a garantire per la situazione della falda.
Roma Capitale prosegue il suo impegno per affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo: l’adattamento climatico e la gestione sostenibile delle risorse idriche. L’acqua è infatti una risorsa sempre più preziosa e il nostro territorio è già esposto a fenomeni estremi ma è anche oggetto di investimenti senza precedenti per garantire una gestione sicura e efficiente dell’acqua insieme ad Acea con risultati sempre migliori di riduzione delle perdite nella rete idrica. In parallelo dobbiamo diminuire i consumi della preziosa acqua di sorgente attraverso nuovi progetti di recupero e riuso delle acque, su cui Roma è già un laboratorio di innovazione che vogliamo accelerare coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e economici. Oggi è la prima tappa di un percorso di lavoro nuovo e ambizioso affinché il riuso delle acque diventi sempre più un elemento centrale della nostra strategia climatica, in cui si tengono assieme sicurezza, innovazione e vivibilità urbana” ha commentato il Sindaco Gualtieri.

Link e risorse correlate:

Acqua, la strategia di adattamento climatico di Acea

Acque: i progetti per il recupero e riuso

Acque: la priorità del recupero e riuso

Gli obiettivi di AMA nel recupero e riuso delle acque

Il riutilizzo come fonte idrica sicura

Il ruolo del recupero e riuso nelle strategie di adattamento di Roma

La salute nel recupero e riuso delle acque

Le acque sotterranee di Roma e le potenziali applicazioni del concetto di sponge city

Le sfide per la gestione sicura e sostenibile del riuso delle acque

Recupero e riuso delle acque nel settore industriale

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